Concessioni demaniali, appello unanime a fare presto

La giornata inaugurale delle manifestazioni fieristiche organizzate da IEG e dedicate all’industria turistica, Confartigianato Imprese Demaniali ha organizzato il tradizionale appuntamento dedicato alla complicata vicenda legata alle concessioni demaniali marittime, dal titolo Il futuro delle nostre imprese, fra speranze e incertezze.

Al convegno, nell’ambito del salone SUN Beach&Outdoor Style dopo i saluti di Davide Cupioli, Presidente di Confartigianato Imprese Rimini, sono intervenuti:

Roberta Frisoni (Assessora al Demanio del Comune di Rimini), Andrea Corsini (Assessore al Turismo Regione Emilia-Romagna), On. Galeazzo Bignami (Viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti), Mauro Vanni (Presidente Confartigianato Imprese Demaniali) e Paolo Ripamonti (Coordinatore mappatura concessioni demaniali per conto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti).

Andrea Corsini (Assessore al turismo Regione Emilia-Romagna)

"Ho frequentato questa fiera negli ultimi otto anni e ogni volta ci siamo detti: è l’anno buono? Speriamo stavolta lo sia, perché le certezze per gli imprenditori sono decisive. Rilevo una anomalia dopo il tavolo che ha mappato le aree demaniali: mai siamo stati sentiti, non abbiamo una competenza diretta ma se la direzione è il federalismo demaniale credo sia giusto essere molto delusi, anche perché il nostro contributo poteva essere utile. Ora comunque serve fare presto, bisogna costruire una norma concordata con l’Europa e in tempi rapidissimi metterla in vigore. I comuni devono indire le evidenze, hanno responsabilità pesanti coi loro dirigenti e amministratori. Il 24 ottobre convocherò i comuni per allinearci e proporrò una dilazione a quanto previsto dal Governo Draghi sulla scadenza del 31 dicembre 2023. La politica ha fallito in questi 20 anni, ora speriamo si trovi una soluzione, mi rifiuto di pensare di trovarmi alla prossima Fiera a parlare ancora di questa incertezza che penalizza una industria fondamentale".

Roberta Frisoni (Assessora al demanio del Comune di Rimini)

"Siamo increduli perché siamo stati ignorati da questo processo avviato e la sottolineatura vale per tutti i Governi, non solo questo in carica. CI troviamo impantanati in una situazione di natura giuridica invece di concentrarci sulla strategia che consenta al modello turistico di innovarsi, alle imprese di investire e al turismo di incrementare il suo appeal. Mentre dovremmo agire nell’arena competitiva, ci troviamo in questa condizione assurda. Bussano investitori alla nostra porta e non possiamo dare risposte certe. A Rimini ci stiamo concentrando sul Piano Spiaggia, funzionale al processo di innovazione, cerchiamo di anticipare i tempi ma è chiaro che questo stallo è un handicap pesantissimo".

Paolo Ripamonti (Coordinatore mappatura concessioni demaniali per conto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti).

"Non sono d’accordo sulla assenza delle Regioni dal tavolo tecnico. C’erano il Ministero per gli Affari Regionali e la Conferenza Stato-Regioni. E’ stata messa una prima pietra fondamentale, una mappatura che nessuno prima aveva realizzato o ritenuto importante. Abbiamo misurato la consistenza delle concessioni demaniali, che è riduttivo considerare solo con le spiagge e l’occupazione è del 33%. Il resto è disponibile. Il principio di concorrenza si applica su scala nazionale e ora tocca alla politica interloquire con l’Europa, togliere le responsabilità ai Sindaci e ai funzionari, ma sia chiaro che quanto previsto dal Governo Draghi, ossia la dilazione concessa ai comuni per indire le evidenze, motivandola correttamente con l’impossibilità di indirle, resta assolutamente valida. Nessuno l’ha impugnata e nessuna l’ha contestata. Ciò non toglie che c’è una partita di natura politica da avviare subito e correttamente. Ma il dato della disponibilità di aree demaniali è inattaccabile ed è una chiara evidenza che c’è disponibilità per nuova impresa. Basti pensare che le concessioni in itinere sono maggiori rispetto a quelle in vigore".

Mauro Vanni (Presidente Confartigianato Imprese Demaniali)

"Chiediamo al Governo di attivare immediatamente una interlocuzione con l’Unione Europea coi dati che il Tavolo Tecnico alla Presidenza del Consiglio ha definito. Contemporaneamente si apra un confronto concreto con Regioni, Comuni e organizzazioni sindacali per trovare una soluzione che sposti in avanti la scadenza del 31 dicembre 2023 e che consenta alle Amministrazioni di muoversi in un contesto diverso dall’attuale che le vede sotto il condizionamento di una responsabilità rispetto alle evidenze pubbliche da avviare, ma nella chiara situazione di non potervi fare fronte.

La priorità della categoria è definire una condizione di stabilità che consenta ai concessionari di far valere la loro professionalità e di poter pianificare investimenti che allo stato attuale sono impossibili e immaginare uno slot di qualche mese per impostare assieme al Governo i criteri delle gare, per evitare le battaglie legali. Su questo evidenziamo l’allarme dei Sindaci, che ritengono molto complicato rispettare i tempi per bandire le gare. A loro chiediamo di farsi interpreti nei confronti del Governo della necessità di avere di fronte un percorso certo e rapido. Confartigianato Imprese Demaniali ha sempre ritenuto l’ulteriore proroga una soluzione non determinante per il futuro della categoria, e questa oggi si dimostra anche rischiosa.

La categoria ritiene necessaria, a salvaguardia delle imprese del settore, l’approvazione di una nuova legge che attui la riforma complessiva del sistema delle concessioni. C’è il rischio infatti che la proroga venga disapplicata, con la conseguenza che gli operatori balneari si ritroverebbero nella condizione di avere le proprie concessioni sottoposte a procedura selettiva, senza una normativa che le disciplini in modo equo ed uniforme su tutto il territorio. Una condizione di precarietà che bloccherebbe gli investimenti, impedendo di accedere ai bandi per le imprese legati al PNRR, anche se la riforma delle concessioni balneari non fa parte degli impegni assunti dall’Italia per ricevere i fondi europei.

Confartigianato Imprese Demaniali chiede che il sistema delle concessioni venga stralciato dalla Legge 118/22 sulla concorrenza, attraverso l’abrogazione degli artt. 3 e 4, oppure, in alternativa, che non vengano approvati i decreti legislativi previsti dalla legge, e integrazioni per quanto riguarda gli aspetti della scarsità delle risorse e dell’interesse transfrontaliero.

Confartigianato Imprese Demaniali ha condiviso il percorso intrapreso dal Governo per la risoluzione delle problematiche riguardanti l’applicazione della Direttiva Servizi alle concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali e per evitare che le spiagge italiane attualmente assentite in concessione vengano riassegnate, mediante procedure selettive, secondo quanto stabilito dall’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato, entro il 31.12.2023.

La categoria, tuttavia, ritiene indispensabile che il tavolo tecnico istituito presso la Presidenza della Repubblica concluda la mappatura delle aree di demanio marittimo, lacuale e fluviale sul territorio italiano in tempi brevi, in modo che possa stabilire in tempi altrettanto brevi il concetto di "scarsità" della risorsa naturale, alla cui definizione è subordinata l’applicazione o meno della citata Direttiva Servizi.

Ad oggi, i dati forniti alle associazioni di categoria sono soltanto quelli estrapolati dal Sistema in-formativo del demanio marittimo (cd. SID), poiché non sono ancora stati resi disponibili quelli relativi alle aree fluviali e lacuali, che sono di più difficile reperimento.

Tali dati, tuttavia, seppure incompleti, evidenziano che le aree di demanio marittimo che attualmente sono assegnate in concessione per attività turistico ricreative rappresentano una quota del tutto marginale dell’intero territorio costiero italiano, nel quale, pertanto, si trovano ancora ampi tratti di esso, che possono essere utilizzati per l’esercizio di attività turistico ricreative.

E’ evidente, quindi, che, se così fosse, non si avrebbe la scarsità delle concessioni disponibili e potrebbero essere assegnati nuovi tratti di costa attualmente liberi, in modo da consentire l’avvio di nuove imprese senza sottoporre ad evidenza pubblica quelle esistenti.

Confartigianato Imprese Demaniali auspica che il legislatore italiano concluda in tempi brevi il riordino della disciplina in materia di concessioni demaniali ad uso turistico ricreativo, adottando i decreti legislativi previsti dalla Legge 5.08.2022 e definendo i criteri tecnici per la determinazione della sussistenza della scarsità della risorsa naturale disponibile.

Tuttavia, prima che ciò avvenga, i Comuni potrebbero, sulla base delle sentenze del Consiglio di Stato e della Corte di Giustizia Europea, disapplicare i termini di scadenza delle concessioni previ-sti nel D.L. 29.12.2022 n. 198 ed indire le procedure selettive, in applicazione del diritto euro unitario.

E’ evidente che, se ciò avvenisse, renderebbe vano il lavoro del tavolo tecnico in materia di scarsità della risorsa naturale e gli attuali concessionari si troverebbero ad affrontare tali procedure privi di quelle tutele e di quei riconoscimenti, che i predetti decreti legislativi dovrebbero prevedere a loro favore, per avere saputo valorizzare le spiagge italiane nel tempo, dando vita ad un modello turistico unico al mondo.

Al fine, quindi, di evitare che le amministrazioni vadano avanti in ordine sparso nella indizione di procedure di evidenza pubblica in sede di assegnazione delle predette concessioni, si auspica che il potere di rilascio delle concessioni demaniali venga temporaneamente trasferito ad un ente statale che rispetti i termini di efficacia delle concessioni approvati con il citato decreto 198/2022, sen-za procedere all’indizione delle procedure selettive, fino a quando il legislatore non abbia completato il riordino della disciplina delle concessioni demaniali sopra richiamata.

E’ evidente che, ove il legislatore intendesse procedere su questa linea, il trasferimento temporaneo delle competenze dovrebbe essere completato con la previsione di protocolli di intesa tra l’ente statale, titolare temporaneamente del potere di rilascio delle concessioni demaniali, ed i Comuni dei territori costieri, che, attraverso i propri dipendenti, gestiscono attualmente il demanio turistico ricreativo, in modo che tale trasferimento non paralizzi, nell’immediato, la loro attività di gestione.


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