Taxi Rimini: proclami superficiali o decisioni calate dall'alto non risolvono i problemi.

Torna d’attualità il tema del servizio taxi a Rimini. I contenuti sono spesso all’insegna della superficialità e davvero con poco fondamento.

Fra gli associati a Confartigianato Imprese Rimini c’è la cooperativa Co.Ta.Ri. che rappresenta 60 delle 71 licenze presenti in città. Nessuno sta sentendo il bisogno di coinvolgere i diretti protagonisti del servizio, per immaginare soluzioni che possano migliorare il servizio, alle prese con l’oggettiva difficoltà che sta vivendo la mobilità riminese.

C’è anche nell’aria l’intenzione del Comune di mettere a punto un bando con la Provincia per nuove licenze. Un’iniziativa di cui non si sa nulla. Potremmo spiegare che va ponderata con grande attenzione perché laddove è stata adottata raramente ha dato gli esiti attesi.

Gli operatori potrebbero ad esempio dare un contributo alle scelte operate in tema di viabilità, ma serve un dialogo che è sostanzialmente inesistente.

In assenza di coinvolgimento, Confartigianato si propone quindi per un ruolo di raccordo, perché la situazione è certamente complicata e procedere senza un confronto non porta a soluzioni realmente vantaggiose.

Le problematiche che vengono evidenziate da vari protagonisti della scena riminese – talvolta con una evidente approssimazione nella conoscenza del servizio specifico - non sono riconducibili al numero delle licenze o all’impennarsi della domanda, ma da una serie di fattori sui quali suggeriamo di riflettere per intervenire con efficacia. Le proposte ci sono, arriverebbero da chi opera sulle strade giorno e notte e ha tutto l’interesse che la condizione generale migliori.

Però serve condivisione, non servono giudizi utili al consenso quotidiano o decisioni calate dall’alto. Non ci sono risposte semplici, ma possiamo trovarne qualcuna insieme.


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