30 anni di Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini

Trent’anni di Fondazione. Arriva il primo appuntamento per festeggiare i 30 anni dalla nascita della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini. Nel pomeriggio, alle 17.00 a Palazzo Buonadrata, si terrà un evento sull’attività svolta in questi tre decenni.

Dal 1992 ad oggi la Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini ha compiuto oltre 3.300 interventi a favore di 920 soggetti pubblici e privati, investendo più di 100 milioni di euro.

Ha dato vita, in tal modo, ad un’attività e ad una presenza di primo piano per lo sviluppo delle comunità del territorio di riferimento, che non hanno riguardato solo la città di Rimini ma anche gli altri comuni della provincia.

Le risorse investite sono andate per il 29% al settore dell’arte e cultura, per il 28% all’ambito del sociale e della solidarietà, per il 26% all’area educativo formativa, per il 17% al settore dello sviluppo.

Fra gli interventi, alcuni hanno avuto un rilievo decisivo per la valorizzazione del patrimonio artistico del territorio e per stimolare sviluppo economico: il restauro del Tempio Malatestiano e di Castel Sismondo, l’acquisizione di opere d’arte in particolare del Trecento Riminese, le grandi mostre d’arte e le iniziative editoriali in ambito culturale, il determinante sostegno per la nascita del Campus di Rimini dell’Università di Bologna, la costituzione di Eticredito – Banca Etica Adriatica, il sostegno a VolontaRomagna, all’Osservatorio Economico Provinciale, all’Associazione Nuove Idee Nuove Imprese, il Piano Strategico di Rimini, Rimini Innovation Square, il GAL Valli Marecchia e Conca e numerosi altri distribuiti sul territorio (scheda a parte).

UNA QUADRERIA NELLA SEDE DELLA FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI RIMINI

La Fondazione guarda avanti. Un secondo appuntamento del trentennale si terrà il 16 novembre prossimo: in quella data sarà inaugurata, con un evento aperto a tutta la città, una quadreria con 50 opere della collezione della Fondazione finora mai esposte al pubblico.

In tal modo, la collezione dei dipinti della Fondazione si articolerà in due sedi: quella storica al Museo della Città L. Tonini, con preziose opere dal Trecento al Seicento, e quella in corso di allestimento a Palazzo Buonadrata che presenterà tele di varia epoca, dal cinquecento ai giorni nostri.

IL PROGRAMMA DI OGGI

Dopo i saluti istituzionali del Presidente dell’ACRI (Associazione delle Fondazioni e Casse di Risparmio Italiane), Francesco Profumo, il quale presiede anche la Compagnia di San Paolo, seconda fondazione bancaria del Paese, e del Sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad, il programma proporrà un dialogo fra il Presidente Mauro Ioli e la giornalista Simona Mulazzani su ‘Progetti, interventi, volti di una lunga storia di servizio alla comunità locale’.

Nel ricordare i presidenti che si sono succeduti alla guida della Fondazione (Giuseppe Gemmani dal 1992 al 1993, Alfredo Aureli dal 2008 al 2010, Massimo Pasquinelli dal 2010 al 2016, Linda Gemmani dal 2016 al 2020) l’attuale presidente Mauro Ioli rievocherà brevemente la figura di Luciano Chicchi (storico presidente dal 1993 al 2008) nel decennale della sua scomparsa e consegnerà una medaglia ai familiari.

Seguiranno due interventi di noti studiosi per immaginare le prospettive culturali, sociali ed economiche di Rimini e del suo territorio e il contributo che potrà apportarvi la Fondazione.

I contributi saranno dell’economista Stefano Zamagni dell’Università di Bologna e dello storico dell’arte Giovanni Carlo Federico Villa dell’Università di Bergamo, entrambi soci della Fondazione. Chiusura finale del Presidente Mauro Ioli.

Dichiarazione del Presidente Mauro Ioli

"Ricordare 30 anni di attività della Fondazione significa ripercorrere un tratto importante della storia recente di Rimini, poiché Fondazione e Rimini sono due realtà profondamente collegate e intrecciate. Basti pensare che la composizione dell’organo di indirizzo della Fondazione è frutto del coinvolgimento di oltre 50 soggetti pubblici e privati dell’ambito provinciale. La Fondazione vive per sostenere lo sviluppo del territorio e questo è stato il filo conduttore del lavoro compiuto dal 1992 ad oggi. Un lavoro che ha contribuito, assieme ad altri, a cambiare Rimini. Ma il passato serve unicamente per gettare le basi di una nuova proiezione: come sarà il nostro territorio nei prossimi anni? Quali bisogni avrà? Come potrà continuare a crescere nei profondi mutamenti di contesto in atto? Servono soprattutto soggetti disponibili a interpretare e assecondare responsabilmente i processi di cambiamento necessari per scrivere nuove pagine della storia di questo territorio. La Fondazione intende continuare ad essere uno di tali soggetti, apportando il proprio patrimonio di idee, progetti, risorse, capacità di fare squadra".

Dichiarazione Stefano Zamagni

Per il futuro della Fondazione auspico un ruolo che superi le stagioni nelle quali ha svolto una funzione sostanzialmente erogativa, scegliendo con criteri di meritorietà gli ambiti da sostenere, per accedere ad una identità più operativa, co-programmando e co-progettando azioni utili allo sviluppo locale. Da non confondere col territorio. Quest’ultima è una dimensione quasi geografica, mentre il luogo è un contesto nel quale interagiscono le persone. La Fondazione dei prossimi 30 anni può svolgere pienamente una funzione di collegamento per favorire la realizzazione di ciò che altri, da soli, non potrebbero realizzare. Può essere una guida, un soggetto aggregatore e capace, in sintonia con i principi fondanti del Piano Strategico.

Dichiarazione Giovanni Carlo Federico Villa

Nel 2019 l’Italia ha investito per le missioni di spesa "Tutela dei Beni Culturali" e "Turismo" lo 0,15 per cento del Pil e lo 0,3 per cento della spesa primaria (il totale delle spese della Pubblica Amministrazione al netto degli interessi sul debito pubblico).

Nei suoi trent’anni di vita, la Fondazione ha investito nella "politica dei beni culturali" circa il 29% dei propri stanziamenti per l’attività istituzionale.

Proseguendo una linea programmatica principiata all’inizio degli anni Ottanta del Novecento, ha tessuto con una precisa visione la memoria del proprio panorama storico, risarcendo una storia civica, politica e artistica entrata nei secoli in un cono d’ombra.

Rimini, facendo perno sulle sue vie consolari romane, non può guardare solo al mare, avendo uno stupefacente entroterra, sintesi eccelsa della Storia d’Italia.

La Fondazione, conscia di questa dicotomia e attenta a intervenire sull’asse costiero, ma anche sulla via del Marecchia con interventi che da strutturali sono divenuti di precisa riflessione, ha definito in maniera concreta ed esemplare gli obiettivi di pubblica utilità che devono presiedere l’attività di una Fondazione per un territorio che va ora tutelato e valorizzato in forma integrata, ricco della bellezza dei paesaggi dei borghi storici e delle loro comunità.


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