ASI, le dichiarazioni di Marco Da Dalto dopo l'incontro fra cittadini e Comune di Rimini

Serve qualche chiarimento dopo aver letto quanto dichiarato dal Comune di Rimini a seguito dell’incontro coi cittadini. Perpetuare equivoci, contestazioni e illazioni non serve a nessuno in questa vicenda, in primis ai cittadini stessi.

LA SICUREZZA

Il problema non è all’interno della proprietà di ASI, ma ciò che vi accade intorno da vent’anni. E' evidente che non può esserci addebitata l’incuria precedente. Dopo l’aggiudicazione all’asta, sono stati fatti interventi mai eseguiti prima per proteggere l’immobile dalle intrusioni. E altri ne stiamo facendo, anche all’esterno. Accompagno queste parole con le foto scattate ieri e che danno l’idea del lavoro svolto e dei soldi spesi per proteggerlo.

Basta visitare il compendio ed è evidente la recinzione alta tre metri che lo circonda, i cancelli chiusi, la segnalazione di proprietà privata e di pericolo, ma anche la pulizia e il decoro lungo tutte le aree esterne. E il Comune lo sa bene. Si aggiungano la vigilanza privata e l’illuminazione notturna.

Stiamo spendendo centinaia di migliaia di euro per questo, con l’aggiunta di 200.000 euro l’anno per l’IMU, versata al Comune come se fosse un edificio fruibile.

Quello che deve essere chiaro è che la sicurezza del quartiere non potrà mai essere risolta con le azioni promesse dall'assessore Magrini. Sono parole che illudono i cittadini.

C’è ampia letteratura, ci sono esempi ovunque. Cito per tutti il Politecnico di Milano e una ricerca sulla ‘Prevenzione del crimine attraverso la pianificazione urbana’: "Le aree e gli edifici degradati e abbandonati, cosi come i luoghi squallidi, comunicano paura e attirano comportamenti antisociali e criminalità".

Uno dei principi fondamentali per la prevenzione del crimine passa attraverso la progettazione ambientale (conosciuta con l'acronimo inglese CPTED) mediante la riqualificazione con un mixitè funzionale e spazi pubblici protetti dal tessuto urbano che creano una sorveglianza naturale, concetti che si ritrovano nella sezione Disegno Urbano dal Forum Italiano per la Sicurezza Urbana (FISU - associazione attiva dal 1966 che riunisce Regioni e 40 città tra cui RIMINI).

Non è solo l'edificio il problema, ma il contesto, ulteriore motivo per cui riteniamo pericoloso ed anacronistico che il Comune voglia realizzare Palazzine pubbliche per mandarci ad abitare famiglie fragili e bambini. Noi vogliamo la realizzazione di palazzine sociale e RiminiLife le implementava, ma in un contesto sicuro e riqualificato.

LA RISPOSTA È RIMINILIFE

Mettiamo a parte il disprezzo di cui siamo oggetto: dal Sindaco che ci ha accolti con ‘Hanno fatto un pessimo affare’, all’Assessore Magrini che in consiglio comunale ci ha apostrofati ‘quelli di City Life alla riminese’. RiminiLife è in linea con le direttive del Governo (CIPE) e perfettamente aderente alle linee guida per la prevenzione del crimine, perché crea un mixité di funzioni delinea e protegge gli spazi pubblici, crea integrazione, varietà di uso e frequentazione.

RiminiLife è ancor di più una risposta al degrado e all'insicurezza con l’ultima proposta in cui potremmo rinunciare a ben 17.600 mq dei 23.773 mq acquistati per abbattere immediatamente il degrado, creare vitalità e sicurezza. La presenza del supermercato garantirà la sorveglianza di tutte le aree attigue h 24 e manterrà in perfetta manutenzione i parchi e i parcheggi pubblici afferenti.

Con la cessione gratuita delle restanti aree, l'amministrazione potrà meglio collocare le palazzine pubbliche e sociali e di conseguenza gli spazi pubblici anche a supporto dell’auspicata ristrutturazione dello stadio.

MA DAVVERO L’AMMINISTRAZIONE HA DETTO QUESTE COSE?

Senza polemica, ma con sincero stupore, vorrei chiedere all'assessore Magrini: "Ma davvero lei ha raccontato ai cittadini, al Prefetto e al Questore che con l'ordinanza ad ASI per il mantenimento del decoro e di sigillatura degli accessi - immagino questo varrà poi per tutti gli immobili pubblici e privati non abitati -, il passaggio di polizia locale borghese due volte alla settimana dei Vigili, il presidio fisso delle forze dell'ordine - ovviamente tutto a spese dei cittadine perché si spende denaro pubblico - le multe alla proprietà, lei pensa di risolvere il problema della sicurezza e del degrado? Lo ha affermato davvero? Quindi i principi di progettazione urbana per garantire la sicurezza lei non li conosce? Gravissimo".

All'Assessora Frisoni invece vorrei chiedere: "Ma davvero ha raccontato ancora ai cittadini, al Prefetto e al Questore che il supermercato è un hub logistico, quando la sua stessa Amministrazione l’ha riconosciuto supermercato con un parere dell'ufficio del commercio? Ha potuto guardare nelle documentazioni in suo possesso come è suddivisa l’area accessoria e che è cristallino che non è un hub logistico?

La questione del traffico è una favola che non regge più. E' evidente che le nostre analisi depositate, puntuali e scientifiche, sono basate su 23.600 mq di edifici realizzabili oltre le palazzine pubbliche e sociali ed hanno dimostrato che non vi è impatto negativo sul traffico. Essendo disponibili a rinunciare a 17.600 mq di funzioni è chiaro a tutta la città che l'impatto sul traffico è ininfluente. Assessora, ha chiaro cosa sta pensando la gente di Rimini rispetto a quanto state facendo e dicendo a proposito dell’Ex questura?

Ridurre le superfici accessorie del supermercato significa inoltre anche tagliare nuovi posti di lavoro. Mantenendo questo stato di degrado, oltre a peggiorare le condizioni di sicurezza, si sminuisce il valore delle residenze circostanti che le famiglie, con grandi sacrifici, hanno pagato.

NOI SIAMO PRONTI

Per venire a capo di tutto, perché la soluzione è a portata di mano e consente anche di risparmiare altri soldi pubblici per gli impegni che il Comune chiede alle forze dell'ordine. Rinnoviamo la disponibilità ad un incontro anche con il Prefetto e il Questore, convinti che il Sindaco ha tenuto duro fin qui proprio per ridurre l'edificazione e avere più aree gratuite. Confidenti che noi e la città non dovremmo convincerci di qualcosa di differente.


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