Rimini Life: Ariminum conferma l'aderenza piena al PIERS

Ariminum Sviluppo Immobiliare coglie con favore il crescere del dibattito sul destino dell’area di via Bassi, laddove un immobile da troppi anni attrae insicurezza e degrado e non amplifica la bellezza che Rimini merita.

A proposito delle puntualizzazioni del Comune di Rimini, crediamo importante sottolineare che il masterplan Rimini Life osserva le linee guida dal PIERS a cui il Comune ha aderito, presentando una manifestazione di interesse nel 2020.

Lo sviluppo dell’area passa attraverso una condivisione di riqualificazione tra i soggetti proprietari: il Comune e ASI, come è altresì chiaro che l’ottenimento del finanziamento pubblico in favore della realizzazione delle residenze pubbliche e sociali prevede il rispetto di tutti quei parametri che hanno dato luogo all’attribuzione di specifici punteggi che hanno poi consentito al Comune di ottenere il finanziamento.

Provando a riepilogarli in super sintesi, i parametri parlano di una generale rigenerazione urbana ed ambientale, prioritariamente attraverso interventi di recupero e ristrutturazione di immobili esistenti, di demolizione e successiva ricostruzione in contesti urbani urbanizzati, o anche attraverso l’acquisto di immobili da destinare a ERP/ERS, in coerenza con le politiche regionali dirette a contenere il consumo del suolo.

Riteniamo di aver rispettato i principi del PIERS. La scelta delle funzioni pubbliche è derivata da un’analisi sociologica approfondita, ma non costituiscono – lo ribadiamo - una condizione imprescindibile, perché queste rientrano nei contenuti del dialogo che speriamo sia possibile a breve affrontare con l’Amministrazione, prima di scegliere le funzioni più adatte.

Ad ogni buon conto, anche se il ragionamento sarebbe più costruttivo e lungimirante farlo sulla ‘quota di funzioni sociali’, piuttosto che sulle specificità avanzate, comunque frutto di un lavoro condiviso con professionisti di queste analisi:

- l’asilo è stato inserito in quanto su una popolazione di oltre cinquemila bambini da 0 a 4 anni, l’offerta pubblica ne soddisfa meno del 20%;

- la sede di scienze motorie dell’Università di Bologna deriva dalla coerenza con quanto l’Amministrazione persegue, puntando su Rimini città del wellness. Favorire anche con le infrastrutture la crescita della facoltà, che da rilievi risulta non avere una sede unificata ed un calo della frequentazione dei corsi, ci è parso un passo intonato;

- lo studentato, non subordinato alla realizzazione della sede universitaria, risponderebbe ad una domanda di studenti non riminesi (ci risulta intorno al 50% di coloro che frequentano il Campus di Rimini con incrementi di iscrizioni internazionali) che attualmente trovano conforto in strutture organizzate che restituiscono soltanto 170 posti;

- la biblioteca, naturale conseguenza dello studentato e della sede universitaria, trova comunque sostegno da un rapporto biblioteche/abitanti che a Rimini è nettamente minore rispetto alla media nazionale, oltre al fatto che nel raggio di un chilometro vi sono 10 istituti di scuola superiore che potrebbero beneficiarne. Tra l’altro la biblioteca nella rivisitazione moderna ha anche la funzione di spazio co-working che ben si sposa con il quartiere RiminiLife.

Abbiamo letto con interesse la nota sulla recente delibera di giunta, che ci conferma la volontà dell’Amministrazione di aderire ad un progetto di riqualificazione che tenga conto del PIERS, nonché dei desideri dei cittadini, per ora 124 questionari compilati a fronte di circa 22.000 abitanti residenti nella circoscrizione e 55.000 nel raggio di 5 minuti.

Per quanto riguarda l’intervento della Confesercenti, ovviamente rispettabile, rispondiamo che esiste una legge sulla liberalizzazione del commercio che non può avere ostacoli pregiudiziali. Dialogo, confronto, analisi e responsabilità consentono un traguardo più aderente ai bisogni della città. In ogni caso l’area di via Bassi dal 1999 è conformata e attrezzata per ospitare una media struttura di vendita, come si evince dal piano integrato del 1999, dal PSC vigente e dalla manifestazione di interesse al PIERS presentata dalla stessa amministrazione comunale.

In conclusione, sembra emergere che sia più importante non far costruire il supermercato, anche a costo di lasciare in piedi il transatlantico di macerie che oggi tutti vediamo come una ferita sanguinante, lasciando via libera a microcriminalità e degrado. Si è davvero sicuri che la città voglia questo, o piuttosto non abbia più a cuore veder nascere il quartiere di RIMINI LIFE?


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